Circondato dalla catena dei monti Vulsini, nella provincia laziale di Viterbo, il Lago di Bolsena raggiunge un’ampiezza di circa 115 km² e risulta il più esteso bacino vulcanico d’Italia. Trae le sue origini da centinaia di migliaia d’anni fa, quando nel territorio di recente formazione si crearono delle fratture che causarono esplosioni, con fuoriuscita di ceneri, lapilli, pozzolane e grandi colate di lava.Il paesaggio circostante e la forma concava che il lago assume fanno di questa zona una delle più belle d’Italia.
La storia del lago e delle popolazioni che lo hanno vissuto hanno un patrimonio archeologico, storico e leggendario, che non può che affascinare il visitatore: il lago è profondo circa 151 metri e lascia dedurre la presenza di una grandissima mole di acqua dolce. Nel lago sono presenti due isole di origine vulcanica, Martana e Bisentina, che sorgono a pochi metri dalla linea di costa. Le isole risalgono a circa 132.000 anni fa e sono di proprietà privata. Solo l’isola Bisentina è visitabile: ha una ricca vegetazione lussureggiante ed è coperta da un fitta boscaglia di macchia mediterranea con antiche piante di lecci, frassini, pioppi e platani.
L’isola conserva tracce di storia antica: vi sono ben sette chiese rurali tutte costruite fra il XV e il XVI secolo fra le quali quella del Monte Calvario o del Crocifisso, nella cui parete di fondo vi è l’affresco del Cristo crocefisso con a fianco i Santi Francesco e Bernardino, la Madonna e San Giovanni Evangelista.
L’isola Martana riporta solo i resti dell’antica fortezza e della chiesa di Santo Stefano in quanto tutti gli antichi e numerosi edifici furono in gran parte demoliti ed i materiali trasportati a Marta per la costruzione della chiesa della Madonna del Monte.
Appare come una roccia brulla e solitaria alla vista ma in realtà è popolata da numerose colonie di uccelli acquatici. Esistono tenui testimonianze di epoca etrusca, rappresentate da un cippo funerario, mentre nulla di certo testimonia insediamenti sull’isola in epoca romana. Secondo una leggenda, però, fu tenuta prigioniera in una torre sulla vetta dell’isola, per volere del Papa Urbano IV, la piccola Cristina, martire e patrona di Bolsena, perché rinnegasse la fede cristiana. Durante le invasioni barbariche l’isola divenne sicuro rifugio per le popolazioni che fuggivano dai centri situati attorno al lago. Nonostante la mancanza di ruderi attestanti la presenza di strutture fortificate dell’epoca, la tradizione tramanda la tragica leggenda della regina Amalasunta, figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti, la quale fu imprigionata in una torre da Teodato ed uccisa nel 535 d.C.